giovedì 28 marzo 2013

Informazioni Nutrizionali







Quando fai scivolare la tua mano sul mio corpo
ricorda che la città deve ancora morire stanotte
c’è un gruppo di ragazzi che gioca sotto 
li sentiamo con la finestra aperta
mentre mi baci il collo e mentre chiudo gli occhi
la nostra pelle si strofina
e il resto va
tra vaghe stelle infinite e nell’abisso dei nostri pensieri
questo è quello che mi hai fatto ragazza
questo è quello che mi hai fatto
tra bicchieri sporchi 
biglietti da visita
la modalità con cui chiedere alla vita una risposta
forse è dentro quell’agenda che porti sempre con te
pregare insieme che ci sia sempre un inizio
lontani
coscienti
prestami dei soldi 
siamo pronti per andare via? 
Tutto ha un prezzo ovunque
per lo spettacolo
sali su quel palco bimba
fai l’amore con te stessa 
siamo arrivati ci siamo divertiti troppo
abbiamo sempre messo l’amore al primo posto
ed è così che inizia la fine
ma io aspetto e son pronto per andare
dopo averti succhiato anche l’anima
la mia si è persa
te lo ripeterò finchè non lo capirai
che questa è la follia più bella che abbiamo fatto insieme
chiudi la finestra 
il gusto intenso dell’ultima sigaretta arriva fin qui
la città finalmente ha cessato i suoi battiti
ed io voglio cercare una notte di velluto.  

domenica 24 marzo 2013

Waves


La vita va
corre
rotola
si trascina
ride e piange
infrange le regole
come sulle montagne russe
ci sono lacrime che cadono 
anche se si sta a testa in giù
segnano il suolo
l’anima
scolpiscono i nostri segreti più profondi
racchiusi in momenti felici
tra un abbraccio
un bacio sognato
un cielo infinito che chiede di esser guardato
almeno una volta
forse ciechi
come non lo siamo mai stati
forse genuini
disperati 
umiliati 
non compresi

ma la vita va
non si stanca, non si ferma
ci sceglie senza preavviso
senza un perché
non chiede nomi 
non pretende
e sentire che non vale la pena
di fare niente
per abbassare la nostra febbre
la paura
l’amore codardo 
verso la libertà
dietro un sorriso 
c’è molto di più
c’è l’infinito
un libro aperto , cento , mille
come voi 
ci si riconosce a vicenda,
simili
ci annusiamo
ci mangiamo
diventiamo ogni giorno

sempre di più
la felicità provata in piccoli attimi.  



Gli Stagisti.


Era una vita semplice quella degli Stagisti.

La mattina si alzavano, un caffè, un biscotto e poi via a lavoro. Anche nel viaggio di andata, in metro, la vita degli Stagisti si schiudeva come un piccolo fiore di fronte alla voragine che gli girava attorno. Anche nel caos, tra spintoni e odori forti,la loro compostezza e loro umiltà non potevano non farsi notare.
La loro dignità partiva già da quando appoggiavano il primo piede per terra, quando ancora il sole non ne voleva sapere di farsi vedere, quando ancora assonnati, sapevano di andare a lavoro gratis.
Sì, gratis, proprio così.
La fortunata azienda che li ospitava era l’Alpisgum SpA, un’azienda di tutto rispetto, conosciuta per i suoi innumerevoli finanziamenti dedicati alla ricerca del “Lo stagista perfetto”.
Quella mattina i 4 ragazzi si avventurarono tra gli immensi uffici dell’Alpisgum , terzo piano, in fondo a sinistra. Luana, Claudiano, Lanetta precisi come l’orologio svizzero entrarono nell’ufficio di Encanana Botte, con i relativi cani sguinzagliati per fargli cavare le parole di bocca. Federica invece entrò per ultima, fiatone e spensieratezza. Encanana Botte in realtà non metteva così paura e i 4 ragazzi nel giro di poco si sentirono subito a proprio agio. Il momento di entrare in azienda, dopo il breve colloquio, era finalmente arrivato.
I 4 ragazzi  si avviarono così nei sotterranei dell’azienda. Appena entrarono (sempre accompagnati da Botte E.) sentirono subito una puzza terribile di cessi non lavati, comunemente dicesi “puzza di fogna”. Si guardarono spaventati, ma la curiosità e la novità incoraggiava i 4 ignari ragazzi sperduti. Ognuno di loro venne portato nell’ufficio stabilito, e dopo i primi convenevoli venne dato loro subito del lavoro da sbrigare. Nel giro di due giorni un’altra stagista, Ornella, venne a conoscenza della presenza degli altri 4 stagisti tramite Luana che era nel suo stesso ufficio. In pochi giorni il gruppo si era allargato. 
I giorni passavano e tra una cosa e un’altra, un cazzeggio, una merenda e 8000 fatture da registrare nel giro di poche ore, il legame degli stagisti si era fatto decisamente più forte, ma la tranquillità di quei giorni non sarebbe durata a lungo. Il nemico, covava e tramava sotto banco un piano diabolico. 
Tutto iniziò con Lanetta. Il ragazzo era stato preso di mira dallo Stalker. Gli altri stagisti non potevano aiutarlo. Lanetta il giorno prima si era ritrovato in bagno, e nel mentre stava facendo pipì si era trovato questo energumeno che gli fissava il pistolino decisamente arrapato. Da quel giorno lo Stalker prese di mira il povero Lanetta, che con ogni scusa ne approfittava per toccarlo e strusciarsi vicino. Nel mentre e per ultimo, nel gruppo si inserì il Rinda Dario, un ragazzo altissimo che, stanco delle solite battute e delle solite domande, era entrato direttamente in azienda con un biglietto attaccato sulla maglia:
 “ Leggete qui e non rompete il cazzo: sono alto 2.10.” Dopo questa entrata in azienda nessuno ebbe il coraggio di domandargli più nulla. Nel frattempo Claudiano faceva il furbo. Bighellonava accanto alla scrivania e ridendosela con la Capa pensava ormai di aver fatto carriera. Ma si sbagliava; un bel giorno arrivò Ciccio Panzo e con una culata da 500 tonnellate lo scaraventò nell’ufficio dietro (quello sfigato), vicino all’arrapata Milf anoressica. Giorni bui incominciarono per il nostro caro amico Claudiano. Luana insieme ad Ornella invece non avevano tempo nemmeno di fiatare. Vinci che vinceva tutte le scommesse, ormai era sotterrata da miliardi di fatture di Porto Paros, Ornella invece faceva da tappa buchi per tutti i 19 dipendenti dell’ufficio. In più doveva subirsi la puzza di sudore acido di mucca squartata ogni pomeriggio.
 Aveva perso così l’olfatto.
Federica invece era arrivata in ufficio con una bella cicatrice in faccia, dovuta alla lite che aveva avuto nel bagno della suddetta azienda con la tettona taccona vacca, che, gelosa per le sue scarpe, si era attaccata in bagno come una perfetta zarretta del Naxos. “Io sono la più figa dell’azienda cazzo vuoi”!!! continuava ad urlare la tettona Naxogina, e nel mentre Federica Netti le mostrava il suo lato b scorreggiandole in faccia. 
Ma questi eventi erano isolati, gli stagisti in preda ad allucinazioni e paure si confidavano nelle lunghe ore di pausa al Baretto Alpisgum.
Chi si abbuffava di gelati, chi di mandarini e chi di caffè. I tavolini non erano mai stati così sporchi, l’unto era ormai un must del pomeridiano.
Ma le scene più belle si vedevano a pranzo. Gli Stagisti ormai al completo scatenavano la loro frustrazione davanti al tavolo del Red Tomato , la “tavola rotonda” così ribattezzata.
Arrivavano sempre con una fame mostruosa, ma quello che dava più spettacolo era Lanetta. Pugni sul tavolo e forchette che sbattevano ad intermittenza: “Ho fameeee!!E voglio il pane donnaaaaa!”, Sbam! Sbam! Sbam! Si sentiva in tutto il palazzo. Arrivavano pizze, insalatone e gli Stagisti trangugiavano come orsi affamati con la bava alla bocca. Già, così il pomeriggio potevano dormire allegramente sulla scrivania, scoreggiando di tanto in tanto, e sbattendo la testa contro il monitor …. “ sto schizzando maleee”!! urlava ogni tanto Ornella. La sentivano fino al terzo piano talmente il grido era disumano, anche i Capi non potevano dirle nulla, talmente inferocita e incazzata. Inoltre Claudiano interferiva nel suo lavoro con visibili provocazioni. Netti ormai per salvarsi dalla gallinaccia bisbetica tettona, si era fatta amica le due tardone biondo platino, mentre Rinda ormai era sommerso dai pacchi dell’archivio che avevano raggiunto i 4 metri. La fine degli Stagisti era quasi arrivata.
In questo stato non potevano ci certo andare avanti. Soprattutto Lanetta che era perseguitato dal frocione arrapatissimo e voglioso di mazze. Erano passati ormai 3 mesi dal loro arrivo e tutto andava peggiorando. Le pause duravano sempre di più e le cazzate erano alla portata del giorno. Le ragazze sembravano perennemente mestruate, i ragazzi avevano ormai i capelli bianchi e le occhiaie.
Il tongolone dietro l’ufficio di Luana e Ornella non faceva altro che parlare di treni e ridere con l’obeso, mentre la Milf accanto a Claudiano continuava a masturbarsi sotto il banco. La situazione stava decisamente degenerando. 
Ma gli ignari Stagisti non sapevano chi c’era dietro tutto questo. Alla festa dell’Alpisgum arrivarono tutti in tuta, sbattendosene di chiunque capitasse a tiro. La ragazza all’entrata della sala da cerimonia li guardò schifata e disse: “Buonasera sono 10 euro a testa”. A quel punto Ornella  mostrando il coltellino sotto la manica della tuta rispose : “Se non ci fai entrare aggratis ti sgozziamo”. Entrarono subito senza nessun problema, ovviamente “aggratis”.
Non appena ebbero la situazione sotto mano, capirono subito. Ecco chi bramava alle loro spalle. De Cazzis, il capo supremo dell’Alpisgum. Avevano assunto Lanetta solo per formare il triangolo amoroso. 
A quel punto si guardarono tutti in un momento di imbarazzo assoluto.
Non solo gli Stagisti erano vestiti in modo inappropriato (con tute da scaricatori di porto) ma tutti i dipendenti erano in versione sadomaso. All’improvviso Lanetta con un movimento impercettibile si strappò la tuta davanti agli altri poveri Stagisti scioccati, mostrando così sotto un completo preso al Samara’s Show.
“Mi dispiace” disse ghignando verso gli altri quattro poveri ragazzi. “Ho dovuto cedere, vi ho tradito”. Così facendo, De Cazzis scoppiò in una sonora risata che riecheggiò in tutto il palazzo e facendo partire “Danza Kuduro” incominciarono tutti a dare colpi di bacino.
A quel punto, Claudiano ebbe il colpo di genio.

Ritornarono alla sede dell’Alpisgum Spa rubando mezzi di trasporto di fortuna e scassinarono la saletta dove erano depositati i regali di Natale per i dipendenti.
Bruciarono tutto per vendetta facendo un bel falò di quelle inutili cose.

Per Natale i dipendenti dell’Alpisgum avrebbero mangiato solo finocchi.



(Ringrazio tutti i partecipanti del racconto, che sono persone reali....ahimè...tutto ciò è accaduto per davvero in parte..o forse solo nella nostra immaginazione. Ricordo ancora quando ho letto questo racconto ai protagonisti, quanto ridere. Son stati mesi fantastici. Grazie) 

venerdì 15 marzo 2013

My Funeral








Sebbene l’orizzonte degli eventi sia schiavo dei giorni che passano senza tregua sulle nostre teste di acciaio che sbattono violentemente le une contro le altre la soluzione è urlare sommessamente davanti al precipizio buio che porta suoni mai sentiti prima odori e profumi che sanno di vita di morte, che esistono, realtà nella realtà e finzione senza fine sotto un abbraccio un applauso senza concetti preconfezionati imballati e spediti senza ricevuta e stupore sui nostri visi quando ai funerali si celebra sempre ciò che è stato e mai ciò che sarà, il nero come abisso e inferno sulle nostre spalle che urlano di dolore per tutto ciò che portiamo dietro invisibile e carico di carica esplosiva basta toccarci a vicenda per sentire e vedere in fondo, 
in fondo a tutto ciò che copriamo, calpestiamo, maltrattiamo, odiamo e malediciamo, ma il cielo resta uguale nella sua freddezza e cecità 
nudi sotto le nostre regole 
nudi sotto le coperte nudi sotto la nostra pelle, nudi. Ho rivisto il mio alter ego camminare al mio fianco in una strada buia chiedeva di me, contro di me si scagliava con pietre e bestemmie e vomitava note di musica assordante pronunciando nomi a me sconosciuti e chiedendomi perdono per tutto ciò che era stato e mai sarà, sotto la terra, ancora qui la tua chitarra rossa piange e si lamenta dolcemente lasciandoci nei nostri abbracci mentre capiamo di svanire nel nulla per poi ritrovarci chissà quando senza comprendere, anche quando sotto la terra striscio e mi domando nonostante sia coperto e non respiro come mai riesco a piangere, nella notte rimango, solo, con i vostri pensieri a farmi compagnia non mi avrete mai io sono libero libero come il mare in tempesta gioioso triste come un pazzo in galera e riderò guardandovi ancora con amore e compassione perché nella notte le anime non chiedono sconti, non pretendono sguardi ne sorrisi,

incontriamoci ancora domani , nessuno lo saprà, anche se è troppo tardi.

sabato 9 marzo 2013

Then







Nel silenzio della mente 
fuori dal tempo
aspettando 
il nuovo cammino
sento gli echi di me stesso
vibrare nell’aria 
presto amico
presto
tu sei apparso
e nel freddo mi riposo
fuori dal tempo
non salvarmi da questo spazio infinito
non dirmi addio
tra questi colori
sono sopravvissuto
ma è troppo tardi
il buio muove amore
rimangono solo anime a metà
in questo difficile viaggio.

Nel mio sogno
ci sono fiori 
che non muoiono mai
c’è più di quel che sai
tutto può accadere 
e vorrei aspettare per sempre

l’anima scivola nella notte
nel silenzio della mente.