Io allora avrò lo sguardo di una bambina impaurita,
godendomi ciò che ho avuto con facilità, ma così tanto fragile
cercherò in ogni modo quel che mi spetta
mendicanti carichi di sogni
fugaci viste all’ombra dell’anima
sentiti battiti del cuore pulsare nella testa
graffi d’amore sulla pelle
occhi ingannevoli e silenzi portati via.
Nella monotonia di quel che siete
non lasciate traccia neanche a piedi nudi
e non distinguo nulla in me
tranne l’impossibile
che vedo distintamente.
Scrivo ad intervalli irregolari
come irregolare è la mia vita
che sento reale, esiste e poi scompare
così la sazietà che ho di me stessa
diventa bianca o nera sul foglio di quest’anima.
In fondo a quelle strade
dentro quel bosco, giù negli abissi
dove ho custodito gelosamente il mio essere
penso e non penso nulla
come un’illusione finale
esplosa nell’indefinito spazio.