domenica 9 giugno 2013

Cmd



La pioggia sbatte sui muri e sulla strada mentre tu mi dici che forse è meglio andare a casa, che nel silenzio della notte potrebbero sentirci. Sento il bisogno cieco di venirti dentro e mangiarti le parole che escono come un vortice e rimbalzano da un finestrino all’altro, consapevole di essere fregata già in partenza. Non era colpa del divano dove abbiamo parlato prima se mi ha assorbita fino al midollo, dalle tue stronzate e dalle mie. E che l’alcol non lo reggo più. Inizio a farneticare con frasi fatte e pensieri che viaggiano già oltre alla velocità della luce. Guardo le mie calze e sorrido. Puoi anche distogliere gli occhi però, che dopo un pò mi pesa. Gioca pure, io sto al gioco quanto te, non sei l’unico che ha visto cose incredibili nella vita tanto la si capisce lontano un miglio la tua tristezza sotto il mantello dell’ipocrisia. Avrei potuto farti un buon tea. Hai esaurito ciò che avevi da dire? 

Ora, sempre ora, questo il momento per Essere.

Tasche



Chissà che fine ha fatto quella tua voglia di sorridere e strappare la vita alla vita per portarla con te, nelle tua tasche, ogni giorno passato insieme.