lunedì 15 ottobre 2012

Baciala.


 Si sono visti una sera decisa all'ultimo, mentre tornava a casa dal centro.
L’aria fuori era fredda e mal assortita con gli odori del bar di fronte. La città non era stata mai così bella e perfida allo stesso tempo. Barboni coperti da spesse coperte e tombini fumanti. Aveva male ai piedi, gli occhi coperti da immagini confuse, e le orecchie appoggiate ai capelli rossi. Quel pomeriggio aveva guardato quella piazza con occhi diversi. Quella piazza che tanto amava , ora le apriva un sipario completamente diverso. Facce nuove e volti dinamici trasparenti contro i bianchi raggi del sole.

Ripensava ai profumi della casa di sua nonna. Puliti, veri, forti e dolci allo stesso tempo. Occhi come orizzonte e lacrime sul terreno arido. Il vento contro le idee sbagliate nella mente. Mandava giù i bocconi a forza. Cosa c’era di strano? Le sembrava tutto diverso. O forse lei era diversa. Anche quel palazzo su cui era appoggiata con le scarpe le sembrava addirittura più strano. Capiva in quei momenti , che la città l’aveva sempre amata. E lei amava la sua città. L’aveva sempre protetta ovunque lei andasse. Ogni via, ogni locale, tutto ciò che le stava intorno era la cornice del suo cammino. Aveva deciso di andare comunque avanti. Contro ogni pregiudizio, contro ogni filtro e barriera. L’abbraccio caldo di ciò che le stava intorno era l’unica cosa che la potesse consolare. L’abbraccio caldo e distante delle cose intorno a lei. E poi c’era quell’amore che doveva renderla libera e invece le aveva bruciato solo gli occhi, che poi era stata colpa delle lenti a contatto ferme per ore a fissare il tempo. Ascoltava “Notte di Provincia” e tutto le sembrava più chiaro.

Mentre tornava a casa dal centro, pensava a cosa ne potessero capire gli altri della sua vita. Sicuramente nulla, ed era forse divertita anche dalla cosa. Si meravigliava della dissonanza tra le due cose: sorriso amaro e vuoto dentro. Ma era quello il bello , la stranezza della vita, colpi incrociati a mezz’aria.

La panchina era fredda, tanto quanto le sue parole. La fine era arrivata con la stessa freddezza in punta di piedi. Solo le lacrime erano calde come i sentimenti veri che avevano avuto sempre l’uno per l’altra. Questo contava.

Baciala in bocca la fine, baciala e facci l’amore. Fuori, non riusciva nemmeno ad immaginarlo vero. Più di una crepa, più di una notte insonne, quanti sbagli fatti. La fine come nostalgia infinita. Vivevano fuori, e faceva male e paura vivere fuori.

Un abbraccio e niente di più. L’unico segno visibile qualche mozzicone di sigaretta, fazzoletti sparsi come foglie secche al vento.